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Madonnellenberg Blues 5
giovedì, Dic 03

Tutto questo probabilmente succedeva in un universo parallelo dove le cose erano eroiche e accelerate in cui ero io, per una volta, il protagonista principale. Ma in questo universo, quando eravamo assieme, la luce era sempre su di lei.e infatti…

– Ciao Brando, disse lei.
Brando esitò un attimo come uno che era appena stato scoperto, e infatti era stato scoperto perché ci seguiva e spiava dall’inizio del racconto.

A dire il vero rimembrai, con ancora le mutande in mano, la figura di Brando che si materializzava nei ricordi dei miei ultimi giorni. Deve essere stato evidente a tutti, proprio Tonio mi aveva fatto notare, qualche giorno prima, quel tipaccio che arrivava e andava via da Prinz Zaum sempre poco dopo di me. chiedeva una birra, beveva e mi fissava.. e fu proprio Tonio a spiegarmi chi fosse, si era raccomandato di non avere a che fare con Ray-Ban Aviator, ma quel giorno ero troppo preso da un libro sulla vita e le poesie di Boris Vian perché mentre Tonio mi parlava (di cose di vitale importanza, a quanto pare) io ero nel bel mezzo di uno dei miei voli pindarici mentali, ispirato dalle parole del disertore, ragionavo su quanto fosse giusta la disobbedienza civile verso leggi ingiuste, eccetera eccetera…
Per elucubrare su queste teorie rivoluzionarie, non feci caso all’avvertimento di Tonio e gli risposi con un superficiale «ah ah».

Dopo aver esitato un attimo per essere stato scoperto, Brando rientrò subito nei suoi ranghi e si rivolse nuovamente a me, mi guardò con disprezzo per poi apostrofarmi con una serie di appellativi in dialetto barese, che per rendere comprensibili agli amici che ci seguono da lontano, parafraserò come :

– Copriti quel culo che sembra un quintale e mezzo di chewing-gum masticato, sei in presenza di una signora, verme! Tu non sei che uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo, non sei neanche un fottuto essere umano, sei solo un pezzo informe di materia organica anfibia comunemente detta “merda”, vergognati, non hai nemmeno un sacchetto per raccogliere i tuoi escrementi!? Sei solo un punkabbestia lurido stronzo checca pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte!>
(grazie a questo piccolo intermezzo ebbi tempo di tirar su le braghe e riconquistare la posizione eretta).

In quel momento, nonostante avessi l’orgoglio ferito, iniziai ad accumulare energie tipo Ken Shiro per difendermi da un eventuale attacco, non capendo esattamente il motivo di tanto astio: Brando era un cittadino esemplare e stava esercitando la sua giustizia contro di me per aver insudiciato uno spazio pubblico, oppure la causa era lei e il fatto che in quel momento lei stesse con me?

Eroicamente, da vero uomo, lasciai che fosse lei a risolvere la situazione, proprio come 30 anni prima a Berlino, quando le guardie ci colsero in flagrante, e non so cosa lei disse in una lingua che era un mix di tedesco inglese e gestualità tutta made in Italy, fatto sta che ci lasciarono andare senza nemmeno prendere i nomi o sequestrarci la roba, mentre io la guardavo estasiato, pensando che era bellissima e in gamba, che ero solo un povero sfigato a cui era stato fatto un dono meraviglioso, e mi illudevo che non sarebbe finita mai…

Lei disse qualcosa a Brando e lui rispose :
– Ma tu veramente vuoi passare del tempo con questo qui!? disse Brando con il suo appena percettibile idioma barese <Hai  addirittura “bisogno” di stare con questo qui, ma se la parte migliore dello schizzo da cui è nato è colata tra le chiappe di sua madre e ha macchiato il materasso, l’hanno fatto con lo scarto!!!

Comunque sia, Brando ci lasciò andare. Però mi odiava e non era cosa buona, ma la cosa peggiore è che non aveva smesso di seguirci.

Pensavo alle parole di Tonio <Se sei in confidenza con Brando significa che sei nei casini fino al collo> e maledizione, mi chiedevo cosa avesse a che fare lei con lui e soprattutto perché lei dopo 30 anni avesse deciso di coinvolgermi.
…ma la domanda a cui più mi premeva rispondere era : ne vale la pena? Ne vale davvero la pena??

Pourquoi que je vis
Pourquoi que je vis
Pour le jambe jaune
D’une femme blonde
Appuyèe au mur
Sous le plein soleil

Mi ha risposto Vian in quel libro sfogliato al Prinz Zaum… i libri la sanno lunga sulle faccende degli uomini, danno una risposta e subito dopo ti arrovellano il cervello con nuove domande…
Perciò le chiesi :
– In che guaio ti sei cacciata? – La guardai negli occhi e non ebbi più dubbi, riconobbi i segni dell’antica fiamma – Come posso aiutarti?

Ero fottuto!

(Black Vale)

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